Quando la mamma è Rh negativa

da | Mar 24, 2023

Fattore Rh e incompatibilità Rh

Il fattore Rh è un antigene situato sulla superficie dei globuli rossi, l’antigene D. Una persona può essere Rh positiva se possiede questo antigene (Rh +, 85% della popolazione), o Rh negativa (Rh-) se non lo possiede.

Il nome deriva dalle scimmie Macacus rhesus, nelle quali per prime è stato individuato questo antigene.

Si tratta di un carattere genetico ereditario: quando la madre è Rh negativa e il padre Rh+ il feto può essere Rh- o Rh+. Se il feto è Rh positivo e la madre possiede anticorpi anti D, in grado di attraversare la placenta, i globuli rossi del feto vengono attaccati e distrutti, si verifica cioè la temuta malattia emolitica da anticorpi anti D. Fino a una cinquantina di anni fa questa malattia emolitica era abbastanza diffusa, e poteva portare il feto alla morte.

Fortunatamente in seguito è stato disponibile il siero anti D, contenente cioè anticorpi contro i globuli rossi  Rh+, che li distruggono prima che essi possano causare una risposta immunitario nella madre.  Il passaggio di globuli rossi dal circolo fetale e quello materno si verifica quando ci sono delle procedure chirurgiche sulla gravidanza (raschiamenti per aborto, villocentesi, amniocentesi), delle perdite di sangue, e soprattutto durante il parto. In questi casi va somministrato siero antiD, dopo il parto (entro 72 ore) solo se il neonato è Rh positivo. Per evitare il 2% di casi di immunizzazione residua durante la gravidanza la profilassi anti D viene somministrata anche a circa 28 settimane di gestazione.  

In seguito alla somministrazione della profilassi anti D la malattia emolitica del feto e del neonato sono divenute un’evenienza estremamente rara, che non deve quindi preoccupare la futura mamma.